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Data di pubblicazione: 16 giugno 2005

Milano. Meno multe. "E' una scelta politica"

Corriere della Sera
Lombardia
Sono i milanesi più disciplinati o i ghisa più morbidi e gli ausiliari della sosta meno severi? Comunque si mettano i fattori, il risultato non cambia. Le multe con le telecamere sono calate di oltre il 50 per cento nei primi mesi del 2005: i passaggi abusivi, che già nel 2004 erano scesi al 7,76 per cento, in questi primi mesi dell’anno sono intorno al 3,74. Anche le contravvenzioni «tradizionali» sono molto lontane dalle cifre record dei primi anni del 2000. Per dare l’idea, nel primo quadrimestre del 2003 si erano totalizzate 696 mila contravvenzioni, rispetto alle 477 mila del quadrimestre appena concluso: una diminuzione del 31 per cento. Comunque, distanti dai 2 milioni e 100 mila multe comminate nel 2002.
E gli ausiliari della sosta? Ex cattivissimi. Complice forse il fatto che si sta cercando di fare chiarezza legislativa su quali siano le loro competenze (definire insomma quali tipo di contravvenzioni siano autorizzati a firmare, dopo contestazioni finite in altre regioni davanti a giudici di pace e tribunali amministrativi), anche loro hanno avuto meno lavoro: nel maggio del 2004 si erano contate 99 mila multe, rispetto alle sole 45 mila del mese appena finito.
I ghisa hanno le idee chiare su cosa ci sia dietro a queste cifre: «I politici hanno capito che più multe significa meno voti. E quindi da qualche mese a questa parte non arrivano più le circolari del comando che spingevano ad essere severi e sollecitavano più contravvenzioni», sintetizza Roberto Miglio, del Csa. «Alcuni colleghi - aggiunge il sindacalista -non firmano un verbale da giorni e nessuno dice niente. Fino a un po’ di tempo fa un comportamento del genere era impensabile: anzi, si mettevano in competizione le varie zone per verificare chi "produceva" di più e redarguire chi faceva meno».
Dal comando, si ribadisce che «i vigili sono sempre impegnati con la stessa costanza per perseguire le infrazioni, soprattutto quelle che comportano rischi per chi le commette e per gli altri utenti della strada». Nessun passo indietro, insomma. Anche se quello delle multe è diventato un tema politico. In particolare, la richiesta del leader di An, Ignazio La Russa, si è più volte fatta sentire con chiarezza e viene oggi ribadita: «Le multe - insiste La Russa -non devono servire per fare cassa. Per quello abbiamo le privatizzazioni, la cartolarizzazione e via di seguito». E quindi? «Ho chiesto e continuerò a chiedere che non ci siano pignolerie dove l’infrazione non intralcia il traffico e che si sia molto severi dove invece la contravvenzione può migliorare la vita dei cittadini. Lo penso soprattutto riferendomi agli ausiliari: invece di andare a dare multe "facili" dove la vettura è in sosta vietata ma non crea ingorgo, vengano utilizzati in modi diversi. Per aiutare Milano e non le casse».
La replica arriva dall’opposizione. «È evidente - osserva il capogruppo ds Emanuele Fiano - che l’onorevole Ignazio La Russa sta decidendo da tempo le sorti di questa città». Quanto al calo delle multe, «non è un male di per sé. Ma bisogna chiedersi se questo corrisponda a minori intralci, meno auto in doppia fila, meno rischi per chi circola in città». Fiano conclude con una battuta: «La campagna elettorale fa miracoli anche con con la disciplina degli automobilisti...».
Rimane il problema dei conti. L’assessore al Bilancio, Mario Talamona premette che «nel redigere il preventivo siamo stati molto prudenti sugli introiti da questa voce, perché il trend dello scorso anno era già in discesa, le telecamere hanno avuto l’effetto che speravamo e la patente a punti ha reso meno spericolati gli automobilisti. Certo, se questa tendenza si farà sentire in misura molto forte, avremo qualche piccola ripercussione sul bilancio».
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