Guardie & ladri..e autovelox

Strillare è il maggior difetto italiano. E per farlo meglio servono argomenti caldi come le multe, gli autovelox e i vigili urbani. Su questi argomenti siamo tutti pronti a sfidare il prossimo con considerazioni banali e poco opportune a seconda del ruolo e della situazione. E quello che è accaduto in queste ore in Parlamento lo dimostra, con la solita cassa di risonanza mediatica.
Ma leggendo le
mozioni approvate giovedì scorso alla Camera risulta ovvio che si tratta della consueta minestra riscaldata. Autovelox fissi sulle strade dopo la stretta introdotta dalla legge 120/2010 se ne vedono sempre meno e anche dove servono, per esempio in centro abitato, non è possibile installarli. Solo sulle autostrade c'è un sistema integrato di controllo della velocità che funziona ma come tutti i documentatori elettronici del traffico ha due grossi limiti: i veicoli rubati e i mezzi stranieri. I veicoli oggetto di furto non sono riconoscibili dagli autovelox, dai tutor o dai varchi di lettura targhe (posizionati in tanti comuni assieme alle nornali telecamere di videosorveglianza) perchè quasi nessuno ha ancora provveduto a collegarli alla banca dati nazionale dei veicoli oggetto di furto. Ovvero il Viminale non gradisce che siano i comuni ad accedere a queste informazioni e quindi non attiva il servizio. Per quanto riguarda i mezzi stranieri il lasciapassare che viene di fatto riconosciuto a questi veicoli interessa poco. L'importante è che i comuni chiariscano come spendono i soldi delle multe e dividano a metà i proventi degli autovelox. Qualcuno chiarisca agli strilloni che però manca il decreto che permette di attivare la riforma del 2010. Cioè come dividere le risorse e comunicare con grande trasparenza come sono state spese.


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