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Data di pubblicazione: 01 maggio 2010

Sicurezza stradale, ecco chi l'affossa

Messaggero
La nuova legge sulla sicurezza stradale ancora deve essere approvata e sta già cadendo a pezzi. A pochi giorni dalla votazione in Commissione al Senato stanno venendo meno, uno dopo l'altro, i capisaldi che la caratterizzavano e che l'avevano fatta dipingere come la legge della "tolleranza zero". Bocciato l'emendamento Giovanardi, quello che prevedeva la chiusura dei locali notturni alle 4 e lo stop alla vendita degli alcolici alle 3; approvato un emendamento leghista che concede addirittura la deroga di tre ore al giorno a chi si è visto sospendere la patente, vanificando di fatto il provvedimento; eliminato l'obbligo, per i medici, di comunicare al ministero dei Trasporti eventuali patologie dei loro assistiti; perfino l'"innocua" novità del casco per la bici è nel mirino e minaccia di saltare. Che fastidio andare in bici con il casco!


Altro che legge della "tolleranza zero", altro che giro-di-vite. Le vittime della strada, dopo un periodo di tempo in cui erano diminuite, hanno ripreso a salire. Gli incidenti stradali sono tornati a crescere nei primi mesi dell'anno: secondo i dati dell'Asaps sono +6 per cento, di notte sono +28 per cento, in autostrada +18 per cento.


Il "capolavoro" è comunque quello della deroga a ore della patente sospesa, già battezzato come l'"emendamento grappino". Il Carroccio l'ha spuntata, alla fine. Ricordate la battaglia dell'alfiere leghista Luca Zaia, già ministro dell'Agricoltura e ora neopresidente del Veneto, contro il "proibizionismo" della legge sulla sicurezza stradale? Zaia sosteneva che due bicchieri di vino non alterano la percezione del guidatore e ha ripetuto l'altro giorno che «il tasso alcolico zero è un'autentica cavolata che non evita gli incidenti stradali».


Nel lunghissimo iter del disegno di legge sulla sicurezza stradale (otto mesi di lavoro al Senato e oltre 400 emendamenti presentati, dopo essere stato approvato dalla Camera) la tolleranza leghista per l'alcol era stata messa all'angolo, schiacciata da un'ampia maggioranza: la legge doveva essere quella del giro-di-vite, della lotta senza quartiere ai comportamenti irresponsabili alla guida. Una roba per duri e puri, senza infingimenti e tentennamenti: la missione era quella di dimezzare il numero degli incidenti stradali per mettere l'Italia al passo dell'Europa.


Ora invece che il disegno di legge è alle battute finali il testo s'allenta e mostra le prime crepe: in una di queste si è infilato appunto con successo l'emendamento della Lega che abbiamo chiamato l'"emendamento grappino". Dice che l'automobilista a cui è stata sospesa la patente perché sorpreso a guidare in stato d'ebbrezza può ricorrere al prefetto per chiedere, e ottenere, una deroga di tre ore al giorno per recarsi al lavoro.


La ragione (ragione?) dell'"emendamento grappino" che di fatto annulla il provvedimento di sospensione della patente è stato così spiegato dal senatore leghista Gianpaolo Vallardi: «In alcune zone del Nord, nei mesi invernali, il grappino o il bicchiere di vino è prassi comune. L'impossibilità di andare al lavoro perché la patente viene ritirata ha creato molti problemi di tipo sociale e rovinato molte famiglie. Chi abita in paesi sperduti, senza patente, ha perso anche il lavoro ed è venuto meno lo stipendio per il sostentamento».


Quindi il Legislatore con una mano toglie la patente a chi si mette alla guida ubriaco e con l'altra gliela ridà. Anche l'emendamento Giovanardi è stato accantonato. E dire che veniva considerato un "momento forte" di contrasto alle stragi del sabato sera. Però il senatore e sottosegretario non si dà per vinto e afferma che riproporrà l'emendamento che, giura, «è condiviso dal Governo e da tutta la maggioranza».


Intanto passerà la proposta di elevare i limiti di velocità in autostrada a 150 km. all'ora nei tratti a tre corsie e con il "Tutor". Anche qui, sembra un controcanto rispetto alla morale del giro-di-vite: invece di contenere la velocità, diamo il permesso di aumentarla. L'unica voce critica che si è levata contro il provvedimento è stata quella di Giordano Biserni, presidente dell'Asaps (Associazione amici della Polstrada): «Mentre i morti tornano a crescere in autostrada - ha detto - noi stiamo a discutere per elevare i limiti di velocità». Ma non doveva essere la legge della "tolleranza zero"?



Fonte:
Messaggero

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