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Data di pubblicazione: 07 ottobre 2015

Un'infamia da cancellare

OSPOL
Lazio
UN'INFAMIA DA CANCELLARE: urgente la modifica del 2° comma dell'art. 57 del C.P.P.
"Sono Agenti di Polizia Giudiziaria:., nell'ambito territoriale di appartenenza, le guardie delle provincie e dei comuni quando sono in servizio"
Non è raro che, a seconda della valutazione totalmente soggettiva, contingente e discrezionale del singolo magistrato, vengano irrogate condanne per abuso d'ufficio per violenza privata e sequestro di persona e, magari, per disobbedienza, ad agenti della Polizia Locale perché intervenuti oltre l'orario di servizio, sovente a proprio rischio e pericolo, su fatti delittuosi.
Di contro, in diverse occasioni, sempre in conseguenza dell'ambiguità e dell'aleatorietà interpretativa provocate dalla disposizione di cui al 2° comma dell'articolo 57 del Codice di Procedura Penale, il mancato intervento dell'operatore di Polizia Locale oltre l'orario del suo servizio, ha comportato la condanna per omissione o rifiuto d'ufficio con l'inflizione di pene detentive e pecuniarie e, correlativamente, la sospensione al servizio e, in taluni casi, persino la perdita del posto di lavoro.
E vi è stato anche di peggio, al limite ed oltre il paradosso giuridico, come il caso dell'Agente Municipale di Milano che aveva ferito un ladro durante un conflitto a fuoco avvenuto dopo il termine del turno di servizio, restando a sua volta ferito.
Nella circostanza, a Gennaio 2003, la Corte d'Appello del capoluogo lombardo ha condannato l'Agente municipale a ben tre anni di reclusione per lesioni personali ed abuso di ufficio.
Questa infamia, riconosciuta anche da eminenti giuristi, è avallata dai "guardiani della burocrazia ministeriale" che ritengono la Polizia Locale una sorta di polizia secondaria a cui affidare il "lavoro sporco" che le altre polizie non vogliono fare!
Mentre tutto lo scenario che ruota intorno alla Sicurezza è in fase di riforma da questo Governo o, per meglio dire, in fase di restauro (pompieri che entrano a far parte del Comparto Sicurezza, Forestali che avrebbe dovuto essere regionalizzati alla pari con il trasferimento delle competenze e che invece vengono ri-statalizzati, e annessi all'interno della'Arma dei Carabinieri, Vigilantes prossimi ad entrare con compiti di sicurezza sussidiaria nel panorama della Polizia), le Polizie Locali restano all'angolo senza un pur minimo segnale anzi, vengono addirittura depauperate nel ruolo e nelle funzioni da tutte queste nuove figure "private" abilitate a concorrere con le Polizie dello Stato, mentre le Guardie Provinciali vengono sciolte all'interno dei Comandi Municipali.
Tutto ciò alla faccia degli oltre 60.000 operatori delle Polizie Locali d'Italia che restano fuori da ogni forma di collaborazione "ufficiale" con le altre forze di Polizia per il perseguimento dei fini che la Sicurezza nazionale si prefigge. Ad essi viene cancellato addirittura l'istituto dell'Equo Indennizzo, della Causa di Servizio e della pensione privilegiata.
Di fronte a questa devoluzione capovolta ormai quasi compiuta, non si può restare inerti a guardare ma appare doveroso lanciare il grido di allarme all'intera categoria, esteso anche ai familiari ed ai conoscenti di ogni singolo appartenente, affinché si rammenti a certi "smemorati" che tra non molto si tornerà a votare. Infatti, molti politici dell'attuale maggioranza che sono stati eletti con il voto della Polizia Locale, hanno dimenticato le promesse fatte in campagna elettorale.
Pensare, quindi, alla prossima legge finanziaria come strumento per dar luogo alla modifica del 2° comma dell'art. 57 del C.P.P., considerando anche che tale modifica non avrà costi per l'erario, aiuterebbe la categoria a ricredersi sull'onestà delle promesse fatte da quei politici a cui spera di aver dato invano la propria fiducia. Se anche questo piccolo segnale non verrà dato, i 60,000 uomini e donne della Polizia Locale d'Italia, non più disposti a "firmare cambiali in bianco", non potranno non pensare di essere stati abbandonati al loro destino e traditi da quella classe politica ritenuta amica e sensibile alle esigenze di quei lavoratori in Divisa che, attraverso la loro professionalità, vogliono contribuire a dare un servizio migliore ed imparziale alla collettività. (Luigi Marucci)
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