Data di pubblicazione:
30 gennaio 2008
Viaggio nei Comandi d'Italia: Cattolica
Fonte:
poliziamunicipale.it
Regione:
Marche
Il nostro ormai consueto viaggio tra i comandi di Polizia Municipale d'Italia ci porta oggi a Cattolica, Splendida cittadina balneare di quasi 16.000 abitanti in provincia di Rimini. Anche questa volta, a svelarci i segreti del Corpo sarà il comandante, dott. Nazario Gabellini.
Ci parli innanzitutto di Cattolica, e del tipo di lavoro che è richiesto alla Polizia Municipale.
Cattolica è una città turistica della riviera adriatica con una popolazione residente di oltre 16.000 abitanti su un territorio di appena 5 kmq.
Nel periodo di maggior afflusso turistico, grazie ai suoi 300 alberghi, raggiunge quasi 100.000 abitanti fra residenti e turisti. La PM ha come obiettivo prioritario il contrasto del fenomeno dell'abusivismo commerciale. Oltre ai compiti ordinari, al personale della PM si richiede la conoscenza delle lingue straniere e una particolare sensiblità nel rapporto con i turisti. Una particolare sensibilità è indispensabile anche nel rapporto con gli operatori turistici. Anche la PM fa parte del sistema di accoglienza turistica. Non è facile comunque conciliare l'appartenenza a questo sistema con alcuni aspetti della doverosa ordinaria attività istituzionale.
Quanto è difficile operare in una città balneare, soggetta ad ingenti cambiamenti dal punto di vista demografico tra l'estate e l'inverno?
Sono facilmente intuibili le difficoltà. D'inverno è una città calma e tranquilla, a parte i fine settimana che richiamano molti visitatori; in estate è necessario cambiare marcia, mentalità, obiettivi. Si è costretti a recitare contemporaneamente parti diverse.
Su quante unità può contare l'organigramma del Corpo? Viene incrementato durante il periodo estivo?
Comandante, vicecomandante, 22 operatori a tempo indeterminato full time, 7 operatori a tempo indeterminato part time, 9 operatori stagionali strutturali nel periodo giugno-settembre.
Disponete di rilevatori automatici delle infrazioni al Codice della Strada? Cosa ne pensa delle recenti polemiche sulla presunta spinta dei Comuni a "fare cassa" da parte di un certo tipo di stampa?
Disponiamo di rilevatori automatici della velocità, ma da alcuni anni non li utilizziamo più. Le misure di moderazione del traffico che abbiamo adottato rendono superfluo il ricorso a tali strumenti. Abbiamo anche eliminitato tutti i semafori. Penso che in effetti a volte questi strumenti diano proprio l'impressione di essere utilizzati per fare cassa. Se i proventi delle infrazioni fossero destinati, per esempio, ad un fondo per le vittime della strada, le cose potrebbero cambiare. Sarebbe chiaro all'opinione pubblica che il fine è proprio quello di migliorare la sicurezza stradale e non di fare cassa.
A proposito di stampa, anche quella nazionale si è recentemente occupata del piano del traffico di Cattolica, che attraverso una precisa filosofia e delle scelte intelligenti, ha ottenuto risultati incredibili sul piano della sicurezza stradale. Ci vuole spiegare di cosa si tratta?
Sì. Preciso che abbiamo ottenuti diversi riconoscimenti a livello europeo e nazionale. L'approccio che abbiamo seguito è stato illustrato molto bene dall'arch. Mauirizio Coppo, coordinatore della segreteria tecnica della Consulta Nazionale sulla Sicurezza Stradale. Dice l'arch. Coppo: " Cattolica ha sviluppato un'operazione di raffinato livello culturale. Dato un incrocio dove ogni volta si registrano morti e feriti, incidenti con vittime, perchè la gente trova lo spazio e va, creando le condizioni di rischio, sono due le vie per affrontare il problema: o si mettono più poliziotti per ottenere più repressione, più controllo, più prevenzione, o si riconosce, come ha fatto Cattolica, in quella condizione infrastrutturale una condizione che genera rischio, e si tenta di eliminare tale condizione, piuttosto che aggiungere un vigile. Ciò può essere ottenuto, ad esempio, con l'introduzione di una minirotatoria, il cui prezzo è risibile e la cui efficacia è altissima. Cattolica è sicuramente un esempio di buona prassi, non solo in termini infrastrutturali, ma in termini di rapporto tra azione di governo sui comportamenti e cioè controllo, prevenzione, dissuasione, repressione, fatta ai diversi livelli".
Concludo io che abbiamo imparato a riconoscere la differenza fra i concetti di "safety" e security".
Nonostante i riconoscimenti da parte di associazioni sia italiane che europee, però, l'esempio virtuoso di Cattolica non è stato sin qui additato come possibile soluzione al problema delle stragi sulle strade. In Italia si preferisce sempre inseguire le emergenze con provvedimenti legislativi raffazzonati e spesso inapplicabili, piuttosto che analizzare dal punto di vista tecnico tutti gli aspetti del problema. Come se lo spiega?
Non è del tutto vero. Moltissimi comuni stanno seguendo il nostro esempio. Anche la consulta nazionale per la sicurezza stradale ha indicato la nostra esperienza come "buona pratica". In generale però ancora non è stata sconfitta la cultura dei cosiddetti "trasportisti puri" e di coloro che s
ostengono che gli incidenti sono causati dal comportamento umano, per cui bisogna intervenire essenzialmente in maniera repressiva sui conducenti. Costoro però scordano che il comportamento umano e una funzione della persona per l'ambiente (così come percepito dalla persona) per cui molte volte intervenendo sull'ambiente si riesce anche a modificare il comportamento.
Ci parli infine un po' di lei, della sua formazione professionale e delle tappe che l'hanno portata a comandare il Corpo di Polizia Municipale di Cattolica.
Sono laureato in scienze politiche. Dal 1980 al 1987 sono stato comandante e responsabile AA.EE. Del Comune di Morciano di Romagna. Poi ho vinto il concorso di vicecomandante del Corpo P.M. di Riccione. Nel 1994 ho vinto il concorso per il posto di Comandante-Dirigente del Comune di Cattolica. Nel 1996 ho diretto il Corpo P.M. di Cattolica e Riccione e nel 1998 e 1999 ho diretto anche la Polizia Municipale di Gabicce Mare. Ho svolto attività formativa e sono state relatore in moltissimi convegni e seminari, anche universitari, trattando in particolare i problemi della sicurezza stradale. Dal 1975 al 1985 sono state anche sindaco del mio comune (Mondaino).
Mavino Michele
In allegato l'inserto da collezione e l'interessantissima esposizione del Dott. Gabellini sulla Moderazione del traffico.
Clicca qui per il contenitore della serie "Viaggio nei comandi d'Italia"
Ci parli innanzitutto di Cattolica, e del tipo di lavoro che è richiesto alla Polizia Municipale.
Cattolica è una città turistica della riviera adriatica con una popolazione residente di oltre 16.000 abitanti su un territorio di appena 5 kmq.
Nel periodo di maggior afflusso turistico, grazie ai suoi 300 alberghi, raggiunge quasi 100.000 abitanti fra residenti e turisti. La PM ha come obiettivo prioritario il contrasto del fenomeno dell'abusivismo commerciale. Oltre ai compiti ordinari, al personale della PM si richiede la conoscenza delle lingue straniere e una particolare sensiblità nel rapporto con i turisti. Una particolare sensibilità è indispensabile anche nel rapporto con gli operatori turistici. Anche la PM fa parte del sistema di accoglienza turistica. Non è facile comunque conciliare l'appartenenza a questo sistema con alcuni aspetti della doverosa ordinaria attività istituzionale.
Quanto è difficile operare in una città balneare, soggetta ad ingenti cambiamenti dal punto di vista demografico tra l'estate e l'inverno?
Sono facilmente intuibili le difficoltà. D'inverno è una città calma e tranquilla, a parte i fine settimana che richiamano molti visitatori; in estate è necessario cambiare marcia, mentalità, obiettivi. Si è costretti a recitare contemporaneamente parti diverse.
Su quante unità può contare l'organigramma del Corpo? Viene incrementato durante il periodo estivo?
Comandante, vicecomandante, 22 operatori a tempo indeterminato full time, 7 operatori a tempo indeterminato part time, 9 operatori stagionali strutturali nel periodo giugno-settembre.
Disponete di rilevatori automatici delle infrazioni al Codice della Strada? Cosa ne pensa delle recenti polemiche sulla presunta spinta dei Comuni a "fare cassa" da parte di un certo tipo di stampa?
Disponiamo di rilevatori automatici della velocità, ma da alcuni anni non li utilizziamo più. Le misure di moderazione del traffico che abbiamo adottato rendono superfluo il ricorso a tali strumenti. Abbiamo anche eliminitato tutti i semafori. Penso che in effetti a volte questi strumenti diano proprio l'impressione di essere utilizzati per fare cassa. Se i proventi delle infrazioni fossero destinati, per esempio, ad un fondo per le vittime della strada, le cose potrebbero cambiare. Sarebbe chiaro all'opinione pubblica che il fine è proprio quello di migliorare la sicurezza stradale e non di fare cassa.
A proposito di stampa, anche quella nazionale si è recentemente occupata del piano del traffico di Cattolica, che attraverso una precisa filosofia e delle scelte intelligenti, ha ottenuto risultati incredibili sul piano della sicurezza stradale. Ci vuole spiegare di cosa si tratta?
Sì. Preciso che abbiamo ottenuti diversi riconoscimenti a livello europeo e nazionale. L'approccio che abbiamo seguito è stato illustrato molto bene dall'arch. Mauirizio Coppo, coordinatore della segreteria tecnica della Consulta Nazionale sulla Sicurezza Stradale. Dice l'arch. Coppo: " Cattolica ha sviluppato un'operazione di raffinato livello culturale. Dato un incrocio dove ogni volta si registrano morti e feriti, incidenti con vittime, perchè la gente trova lo spazio e va, creando le condizioni di rischio, sono due le vie per affrontare il problema: o si mettono più poliziotti per ottenere più repressione, più controllo, più prevenzione, o si riconosce, come ha fatto Cattolica, in quella condizione infrastrutturale una condizione che genera rischio, e si tenta di eliminare tale condizione, piuttosto che aggiungere un vigile. Ciò può essere ottenuto, ad esempio, con l'introduzione di una minirotatoria, il cui prezzo è risibile e la cui efficacia è altissima. Cattolica è sicuramente un esempio di buona prassi, non solo in termini infrastrutturali, ma in termini di rapporto tra azione di governo sui comportamenti e cioè controllo, prevenzione, dissuasione, repressione, fatta ai diversi livelli".
Concludo io che abbiamo imparato a riconoscere la differenza fra i concetti di "safety" e security".
Nonostante i riconoscimenti da parte di associazioni sia italiane che europee, però, l'esempio virtuoso di Cattolica non è stato sin qui additato come possibile soluzione al problema delle stragi sulle strade. In Italia si preferisce sempre inseguire le emergenze con provvedimenti legislativi raffazzonati e spesso inapplicabili, piuttosto che analizzare dal punto di vista tecnico tutti gli aspetti del problema. Come se lo spiega?
Non è del tutto vero. Moltissimi comuni stanno seguendo il nostro esempio. Anche la consulta nazionale per la sicurezza stradale ha indicato la nostra esperienza come "buona pratica". In generale però ancora non è stata sconfitta la cultura dei cosiddetti "trasportisti puri" e di coloro che s
ostengono che gli incidenti sono causati dal comportamento umano, per cui bisogna intervenire essenzialmente in maniera repressiva sui conducenti. Costoro però scordano che il comportamento umano e una funzione della persona per l'ambiente (così come percepito dalla persona) per cui molte volte intervenendo sull'ambiente si riesce anche a modificare il comportamento.
Ci parli infine un po' di lei, della sua formazione professionale e delle tappe che l'hanno portata a comandare il Corpo di Polizia Municipale di Cattolica.
Sono laureato in scienze politiche. Dal 1980 al 1987 sono stato comandante e responsabile AA.EE. Del Comune di Morciano di Romagna. Poi ho vinto il concorso di vicecomandante del Corpo P.M. di Riccione. Nel 1994 ho vinto il concorso per il posto di Comandante-Dirigente del Comune di Cattolica. Nel 1996 ho diretto il Corpo P.M. di Cattolica e Riccione e nel 1998 e 1999 ho diretto anche la Polizia Municipale di Gabicce Mare. Ho svolto attività formativa e sono state relatore in moltissimi convegni e seminari, anche universitari, trattando in particolare i problemi della sicurezza stradale. Dal 1975 al 1985 sono state anche sindaco del mio comune (Mondaino).
Mavino Michele
In allegato l'inserto da collezione e l'interessantissima esposizione del Dott. Gabellini sulla Moderazione del traffico.
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L'Inserto da collezione | 291,8 kB | |
L'esposizione sulla Moderazione del traffico | 558,5 kB |
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